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In un contesto internazionale che non smette di generare punti interrogativi, la Sicilia – quasi a voler sorprendere – mostra incoraggianti segnali di vitalità economica; un numero crescente di imprese attive e di persone che trovano lavoro, unito a una stima di crescita del prodotto interno lordo che supera le aspettative nazionali, dipingono un quadro in movimento. In questo scenario, Irfis FinSicilia S.p.A. si pone come un vero e proprio motore, il braccio operativo della Regione Siciliana deputato a dare concretezza alle sue strategie economiche e sociali.
A ribadire con forza questo ruolo centrale è stata Iolanda Riolo, presidente di Irfis, durante il suo intervento al convegno nazionale ANFIR ospitato a Palermo. Di fronte a figure di spicco delle istituzioni regionali, ai vertici dell’Associazione delle finanziarie regionali e a rappresentanti di altri istituti di credito, Riolo ha dichiarato senza mezzi termini: «Irfis è oggi la leva tecnica della Regione, lo strumento attraverso cui si concretizzano le linee strategiche tracciate dal governo regionale: supportare lo sviluppo delle imprese, promuovere l’inclusione sociale, rafforzare la competitività del sistema Sicilia».
Anche Michele Vietti, presidente di ANFIR, ha sottolineato come il sostegno pubblico torni prepotentemente alla ribalta in questa fase di instabilità: «Le incertezze relative alla situazione nazionale e internazionale hanno fatto tornare d’attualità il tema del sostegno pubblico all’economia. Da questo punto di vista le Finanziarie regionali svolgono un ruolo fondamentale: da un lato veicolano le risorse dei fondi strutturali europei relativi alla programmazione 2021-2027 e dalle regioni di riferimento li fanno affluire al tessuto produttivo territoriale periferico e, dall’altra, offrono strumenti finanziari a sostegno delle start up, delle imprese innovative e, più in generale, di tutto il mondo delle piccole e medie imprese; e ancora le Finanziarie regionali affiancano le imprese insieme al sistema bancario oppure ne rappresentano l’alternativa».
Ma cosa significa tutto questo in termini pratici? A partire dal 2020 – anno cruciale in cui Irfis è diventata a tutti gli effetti una struttura in house della Regione – fino al 31 marzo 2025, l’istituto ha maneggiato un volume di risorse pubbliche che supera la cifra considerevole di un miliardo di euro. Per dare un’idea più precisa, ben 916 milioni sono stati indirizzati al mondo delle imprese siciliane – con oltre 27.000 realtà che ne hanno beneficiato – mentre 119 milioni hanno raggiunto le tasche di famiglie e singoli cittadini, superando quota 45.000 persone. Un aspetto interessante è la provenienza di questi fondi: il 63% arriva da “fuori regione”, il 29% dal Fondo Sicilia e l’8% direttamente dalle casse regionali – un bell’esempio di come si possa fare squadra tra diverse fonti, il tutto gestito da Irfis con un occhio di riguardo all’efficienza, alla rapidità e alla trasparenza.
Diverse misure già attive sul territorio stanno producendo i loro effetti. Tra queste, meritano una menzione «Ripresa Sicilia» – con 180 milioni messi a disposizione per gli investimenti delle piccole e medie imprese e più di 130 progetti già in cammino – e «Fare Impresa in Sicilia» – con 53 milioni destinati a chi vuole avviare una nuova attività e 450 progetti in fase di finanziamento. Un impatto sociale notevole lo ha avuto la misura «Caro mutui prima casa», con 50 milioni “bruciati” da 30.000 famiglie, e il «Contributo di solidarietà», che ha registrato 86.000 domande da parte di nuclei familiari con un ISEE sotto i 5.000 euro.
Ma le novità non finiscono qui; per la seconda metà del 2025 sono in rampa di lancio nuove iniziative, fortemente volute dal governo regionale. Si parla di 135 milioni per dare una svecchiata alle strutture ricettive del settore turistico, di 19 milioni per il «Basket Bond Sicilia» pensato per dare più solidità finanziaria alle Pmi e di 15 milioni annui per il biennio 2025-2026 destinati al credito al consumo per le famiglie con meno disponibilità economiche – con la piattaforma pronta a partire il prossimo 15 maggio.
«La Regione Siciliana – ha ribadito con convinzione Riolo – ha scelto una governance integrata, in cui Irfis è il soggetto attuatore privilegiato delle misure economiche, in grado di tradurre la programmazione politica in risultati concreti e misurabili, in tempi certi e con trasparenza. Questa scelta si è rivelata decisiva per rispondere alle sfide della ripartenza e accompagnare la crescita nei settori strategici». A testimonianza di questa strategia vincente, Irfis ha chiuso il 2024 con un utile netto e un fatturato in crescita, e si prepara a rafforzare ulteriormente la sua organizzazione, portando il numero dei dipendenti a 73 entro la fine dell’anno, con una presenza femminile che si avvicina al 40%.
«Irfis continuerà ad essere lo strumento tecnico-finanziario attraverso cui la Regione Siciliana attua la propria strategia di sviluppo territoriale – ha concluso Riolo – sostenendo imprese, famiglie, innovazione e inclusione sociale in modo integrato e misurabile».